... Lorenz, uno studioso eminente nel settore del comportamento animale e particolarmente
di quello di pesci e uccelli, decise di avventurarsi in un campo di cui aveva scarsa
esperienza e competenza, quello del comportamento
umano. Benché respinto
dalla maggior parte degli psicologi e dei neurologi,
"Das sogennante Bose" [
ndr, 'Il cosiddetto
male', 1963] divenne un best-seller e fece una profonda impressione su un ampio settore
del pubblico colto, che, in buona parte, accettò l'opinione di Lorenz
come la risposta definitiva al problema ...
Tutta questa pubblicistica propone fondamentalmente la stessa tesi. Il comportamento
aggressivo dell'uomo, quale si manifesta nelle guerre, nel crimine, nelle liti personali
e in tutte le modalità di comportamento distruttive e sadiche, deriva da un istinto innato,
programmato filogeneticamente, che cerca di scaricarsi e aspetta l'occasione propizia
per esprimersi ... Ma la
teoria dell'aggressività innata diventa facilmente un'
ideologia,
che aiuta a sopire la paura per quello che dovrà accadere, e a razionalizzare il senso di impotenza.
Vi sono altre ragioni per preferire la risposta semplicistica di una teoria istintivistica
a uno studio serio delle cause della distruttività: quest'ultimo, infatti, ci costringe
a mettere in dubbio le premesse fondamentali dell'ideologia attuale; ad analizzare
l'irrazionalità del nostro sistema sociale, a violare tabù nascosti dietro parole
edificanti come "difesa", "onore", "patriottismo" ... La teoria istintivistica si offre
di sollevarci da questo compito ingrato, lasciando credere che, se anche dovremo tutti perire,
potremmo se non altro estinguerci con la convinzione che è stato un destino ineluttabile,
determinato dalla nostra "natura", e che, insomma, noi comprendiamo perché doveva
andare proprio così.
Diversamente dall'istintivismo, la teoria comportamentistica non si interessa alle forze
soggettive che spingono l'uomo ad agire in un certo modo, non si interessa a quello
che egli sente, ma soltanto al suo modo di comportarsi e al condizionamento sociale
che plasma il suo comportamento.
Fu soltanto negli anni Venti che, in psicologia, l'interesse si spostò radicalmente
dal
sentimento al
comportamento, dopo di che molti psicologi eliminarono emozioni e passioni
dal loro campo visivo, giudicandole dati irrilevanti, almeno dal punto di vista scientifico.
Il
comportamento, dunque, e non l'uomo che
adotta questo comportamento,
divenne l'argomento centrale della scuola di psicologia allora dominante: la "scienza della psiche"
fu trasformata nella scienza della tecnica della condotta umana e animale. Questo sviluppo
ha raggiunto il suo apogeo nel neo-comportamentismo di Skinner, che è oggi la teoria psicologica
più largamente accettata nelle università americane.
L'attuale alternativa fra istintivismo e comportamentismo non favorisce il progresso teorico.
Entrambe le posizioni sono "mono-esplicatrici", si basano cioè su presupposti dogmatici ...
Dobbiamo distinguere nell'uomo
due tipi completamente diversi di aggressione.
Il primo, che egli ha in comune con tutti gli animali, è l'impulso, programmato filogeneticamente,
di attaccare (o di fuggire) quando sono minacciati interessi vitali. Questa aggressione
difensiva,
"benigna", è al servizio della sopravvivenza dell'individuo e della specie, è biologicamente
adattiva, e cessa quando viene a mancare l'aggressione. L'altro tipo, l'aggressione 'maligna',
e cioè
la crudeltà e la distruttività, è specifica della specie umana, e praticamente
assente nella maggior parte dei mammiferi; non è programmata filogeneticamente e non è
biologicamente adattiva; non ha alcuno scopo e, se soddisfatta, procura voluttà ...
In realtà l'aggressione difensiva è parte della natura umana, anche se non è un istinto "innato",
come veniva classificata un tempo ...
La paleontologia, l'antropologia, la storia offrono ampie prove contro la tesi istintivistica:
I) i gruppi umani presentano, rispettivamente, gradi così fondamentalmente diversi di distruttività,
che sarebbe impossibile spiegare i fatti col presupposto che distruttività e crudeltà siano innate;
II) i diversi gradi di distruttività possono essere correlati ad altri fattori fisici
e alle differenze esistenti nelle rispettive strutture sociali;
III) il grado di distruttività aumenta con il crescente sviluppo della civiltà, e non il contrario.
In realtà il quadro della distruttività innata si adatta molto meglio alla storia che alla preistoria.
Se l'uomo fosse dotato soltanto dell'aggressione biologicamente adattiva che egli condivide
con i suoi antenati animali, sarebbe un essere relativamente pacifico; se tra gli scimpanzè
vi fossero degli psicologi, questi ultimi certamente non considerebbero l'aggressione
un fenomeno preoccupante sul quale scrivere libri.
Dunque l'uomo si differenzia dagli animali perché è assassino; è l'unico primate che uccida e torturi
membri della propria specie senza motivo, né biologico né economico, traendone soddisfazione ...
La distinzione fra aggressione benigno-difensiva e maligno-distruttiva richiede un'ulteriore,
più fondamentale distinzione: quella fra
istinto [
nda: il termine "istinto", piuttosto
antiquato, è usato qui provvisoriamente. In seguito userò il termine "pulsioni organiche".]
e
carattere, o, più precisamente,
fra pulsioni radicate nelle esigenze fisiologiche (pulsioni organiche) e quelle passioni
specificamente umane che affondano le radici nel carattere ("radicate-nel-carattere o umane") ...
Cercherò di dimostrare che il carattere è la "seconda natura" dell'uomo, il sostituto
dei suoi istinti scarsamente sviluppati, e che le passioni umane (il desiderio di amore,
tenerezza, libertà, come la voluttà di distruzione, sadismo, masochismo, la brama di potere
e di possesso) sono risposte a "esigenze esistenziali", a loro volta radicate nelle condizioni
stesse dell'esistenza umana. In breve, gli
istinti sono le risposte alle esigenze fisiologiche
dell'uomo, le
passioni condizionate-dal-carattere sono le risposte alle sue
esigenze esistenziali
e sono specificamente umane.
... Gli istinti sono una categoria puramente naturale, mentre le passioni-radicate-nel-carattere
sono una categoria sociobiologica, storica. Sebbene non siano al servizio della sopravvivenza
fisica, esse sono altrettanto forti - e spesso ancor più forti - degli istinti. Costituiscono
la base dell'interesse che l'uomo ha per la vita, il suo entusiasmo, la sua eccitazione;
sono la materia di cui sono fatti non solo i suoi sogni, ma l'arte, la religione, il mito,
il dramma ... L'uomo è alla ricerca del drammatico, dell'eccitante; se non riesce a ottenere
una soddisfazione di livello superiore, crea per se stesso il dramma della distruzione.
L'attuale clima di pensiero incoraggia l'assioma che una motivazione può essere intensa
soltanto se serve a un bisogno organico: e cioè che soltanto gli istinti hanno un intenso
potere motivazionale. Smantellando questo punto di vista riduzionista, meccanicistico,
e basandosi invece su una premessa olistica, si comincia a capire che le passioni umane
devono essere considerate nel contesto della loro funzione rispetto al processo vitale
dell'intero organismo. La loro intensità non dipende da bisogni fisiologici specifici,
ma dalla necessità di sopravvivenza dell'intero organismo, dall'esigenza di crescere
sia fisicamente sia mentalmente.
Non è vero che queste passioni diventino potenti soltanto
dopo che sono stati soddisfatti
i bisogni fisiologici. Esse sono alla radice stessa dell'esistenza umana, e non costituiscono
affatto una specie di lusso che ci si può concedere dopo che sono stati soddisfatti
i bisogni normali, "inferiori"
Le passioni umane trasformano l'uomo da semplice cosa in eroe, in un essere che cerca di dare un senso
alla vita, nonostante spaventosi ostacoli ... non sono banali complessi psicologici che si possono
spiegare adeguatamente con qualche trauma infantile ... sono la sua religione, il suo culto,
il suo rituale, che deve nascondere (persino a se stesso) se sono disapprovati dal suo gruppo.
Certamente, col ricatto o con la corruzione, e cioè con un abile condizionamento,
si può persuaderlo ad abbandonare la sua "religione", convertirlo al culto generale
del non-io, del robot, dell'automazione. Ma questo rimedio psichico lo priva della sua
caratteristica migliore, della sua qualità di essere uomo e non cosa ...
***
* Altre monografie ...