Nei tuoi spettacoli tocchi da sempre temi che riguardano l'ambiente, hai notato
un'evoluzione nella sensibilità e nella comprensione di questi temi da parte del
tuo pubblico in questi anni?
Dieci anni fa quando incominciavo a parlare del percorso di uno yogurt che
faceva 4000 km su un camion la gente mi guardava come se fossi un marziano, poi
ho fatto la prova del pil.
Non era abituata la gente a ridere sul pil, sul fondo monetario, sulla banca mondiale
che andava, io l'ho vista in Amazzonia, a visitare i clienti con l'ape e sul cassone
dell'ape c'era il funzionario, cioè l'usuraio della banca che prestava i soldi
ai garimpeiros brasiliani, l'ufficio era il cassone dell'ape. Le ho viste io queste
cose, straordinarie, raccontarle sembrava fantascienza. Adesso parlare di ambiente
è pericoloso perché è una parola che oggi rischia di non voler dire assolutamente
nulla. La usa chi fino a ieri lo ha devastato e adesso ha bisogno di un vestito
nuovo, quindi dubitare di chi usa queste parole.
Poi cosa vuol dire ambiente, quando si parla di ambiente uno ha una percezione
esterna di qualche cosa, di un prato, di un bosco, invece io dicevo che l'ambiente
è un'altra cosa, è quello che abbiamo dentro, è una percezione interna non esterna.
L'ambiente è il mio fegato, i miei polmoni, il mio intestino di 7-8 metri, il
mio pancreas. Ormai è questo il grande filtro, il grande depuratore cosmico, ce
l'abbiamo dentro. Infatti se ne sono accorti i grandi produttori di malefatte
ambientali.
Il loro modo di depurarci è farci mangiare quello che vogliono e siamo arrivati
a mangiarci qualsiasi cosa, tutto va a finire nell'aria o nell'acqua e ci rimangiamo
tutto e quindi filtriamo. Quando parlavo di questo ambiente la gente rimaneva
un po' sconvolta, io dicevo qual'è il vero, l'unico orologio ecologico e la gente
mi gridava la clessidra. Dicevo l'orologio più ecologico che esiste è quello che
hai già. Adesso queste parole: ambiente, natura, bisognerebbe brevettarle, avere
il coraggio di farlo, e chi le usa deve pagare delle royalty.
Cosa pensi del silenzio mediatico su questi temi, soprattutto quando si tratta di approfondire
e non di fare sensazionalismo?
Non mi sembra un silenzio colpevole è sicuramente un silenzio di ignoranza.
è un silenzio dovuto al fatto che anche chi fa informazione è dentro questo sistema
che prevede una crescita esponenziale di qualsiasi cosa, comprese le notizie.
Non vanno a vedere se si può produrre qualcosa in un altro modo, non sanno neanche
rendersene conto. è quello che fanno le associazioni ambientaliste, ma viene fuori
che questi ambientalisti sono dei rompicoglioni, che voi siete dei rompicoglioni,
la gente è confusa, è ormai abituata a messaggi semplici, non capisce quali siano
le alternative, di nuovo torniamo sulle carenze del mondo mass-mediatico. Esistono
invece libri interessantissimi come quelli di Gunther Pauli che dimostrano come
lo scarto di un'azienda può esser la materia prima di un'altra, è solo un esempio.
Però sono le istituzioni, le scelte politiche le vere responsabili non tanto l'informazione.
Io ho montato un impianto per generarmi la corrente; il principio è straordinario:
mi faccio la corrente col sole e la vendo come un produttore di energia, perché
no? Questa è la vera privatizzazione, non ne vedo altre.
Sappiamo che hai fatto scelte ecologiche...
Sono scelte ecologiche, ma soprattutto le chiamerei scelte tecnologiche. Io
avevo l'impianto con i pannelli solari 10 anni fa e adesso l'ho rimodernato: mi
faccio 2 kw di corrente, poca cosa, però mando in rete dell'energia pulita, se
lo facessero milioni come me noi avremmo in rete dell'energia fatta col sole eviteremmo
milioni di tonnellate di CO2 nell'ambiente, con una scelta che è una scelta di
indipendenza della società civile. Ecco i finanziamenti dove dovrebbero andare
a finire.
Se la gente si preoccupasse di dove vanno a finire le tasse allora si potrebbe
cominciare a fare della politica fiscale: chi fa i pannelli solari e chi li usa
viene finanziato, chi usa un camion da 40 tonnellate che smerda mezza Europa per
portarti dello yogurt non viene finanziato.
Quali sono i maggiori ostacoli a un consumo responsabile?
La politica e l'informazione, siamo sempre lì. Il fatto che ci sia la regione
che dà il 75% dell'investimento per farsi l'energia non lo sa quasi nessuno, poi
se si sa non si sa dove andare.
Bisogna sburocratizzare come in Germania. Là ti paghi l'impianto, però quando
vendi un kilowatt te lo pagano il triplo. È un invito alle persone a procurarsi
impianti tecnologicamente più avanzati, più funzionali, per produrre più energia
perché più si produce più si guadagna.
Quindi non abbiamo
nessuno che in Italia prova a fare informazione?
Noi abbiamo delle salme, come diceva il povero Fabrizio De André, queste salme
come Vespa, Costanzo, Baudo, sono salme che ormai si aggirano in uno spazio morto
e poi per fare informazione non bisogna aver paura di parlare di scelte politiche
e economiche: non è abbassare le tasse ma spostarle, non è ridurre gli investimenti
o aumentarli è spostarli gli investimenti. L'Islanda ha varato un piano per svincolarsi
dal petrolio nel 2030, lo stanno attuando. La Fiat dovrebbe fallire, come l'Enron
è fallita, una delle più grandi aziende del mondo, non è stata salvata, la Fiat
dovrebbe fallire perché sono salme, ho parlato con loro, sapevano benissimo che
il settore auto era finito da 10 anni, hanno puntato a diversificare e adesso
sbarellano a spese della società. Questi sono capitalisti comunisti veri.
Gli Agnelli sono i comunisti, i Berlusconi, i Tronchetti Provera sono i veri capitalisti
comunisti. Tronchetti spende miliardi per farci vedere uno pneumatico che esce
dall'oceano come un'orca assassina e fa uno pneumatico che si buca con un chiodo.
Nel terzo millennio io buco, mi devo fermare prendere un cric, alzare la macchina,
smontare una roba, rimetterci quello, un ruotino, nel terzo millennio. E spendono
i miliardi per farmi uscire uno pneumatico nell'oceano.
Questi non sono imprenditori sono, non so come definirli, sono dei turbocommercialisti.
A proposito di industria, cosa ne dici degli accordi volontari,
quando ancora non si è spenta l'eco del processo di Marghera?
Una sentenza scandalosa. Secondo me una grande colpa la hanno gli operai. Hanno
lasciato solo quello che aveva iniziato tutto (Gabriele Bortolozzo ndr.),
quello che poi è morto in un incidente. È questo il vergognoso, il vergognoso
è anteporre il lavoro, questa parola che, legata al profitto, ormai è l'alibi
per qualsiasi cosa, è l'alibi del nuovo nazismo, nell'inconsapevolezza, che sta
arrivando. Il lavoro rende liberi cèera scritto a Auschwitz. Questo lavoro ha
reso liberi decine di operai, da morti. Il problema è sempre salute o lavoro.
Da una parte c'è la qualità della vita e dall'altra parte c'è la produzione, la
crescita esponenziale, è un problema vitale, bisogna applicare delle strategie
che possano sintonizzare queste due facce che per adesso sono in assoluto contrasto.
Con che pensiero concludiamo?
Oggi il pericolo è che ognuno agisca secondo il proprio interesse e poi trovi
da qualche parte un pensiero che giustifichi quello che ha fatto. Facciamo esattamente
il contrario: il pensiero invece di provocare l'azione la giustifica. Questo mi
sembra stia succedendo adesso. Una volta uno aveva un'ideologia vedeva un partito
che rispecchiava la sua ideologia, si iscriveva al partito, adesso è esattamente
il contrario, sono i partiti che guardano se c'è qualche pensiero che ha uno per
accaparrarselo.