Questo articolo ci era sfuggito, ma lo abbiamo ora qui
grazie alle preziose indicazioni di Cristina Garbini;
il succo della questione non ci trova indifferenti.



Panella traduce e canta un inedito del reietto ...

Il Céline ritrovato, ovvero il "Regolamento" di conti di una carogna

{Da "Il foglio" del 27 gennaio 2001}

Roma. Pasquale Panella, autore di romanzi e lavori teatrali, noto ("ex noto", dice lui) per aver scritto i testi degli ultimi cinque album di Lucio Battisti, s'è ritrovato fra le mani una piccola fortuna. Sono due canzoni scritte, musica e parole, da Louis-Ferdinand Céline. Gliele ha date Francesco Negro (omeopata di fama), autore di "Céline medico e malato" (Franco Angeli editore, 26 mila lire). In Italia sono inedite. Ora Panella non solo ha deciso di tradurle, ma pure di cantarle. La prima, "Regolamento", la sta registrando per Rai due e andrà in onda fra qualche giorno: data ancora da stabilire. L'inizio della canzone è: "Io mi... ti troverò, carogna / sarà una brutta sera / ho qui due buchi neri nella mia mira...". Panella dice divertito che in questo incipit - che nell'originale è "je te trouverais, carogne..." - si potrebbe risolvere il grande equivoco che a suo parere ha condannato Céline al diprezzo di molti e comunque a un riconoscimento inferiore agli enormi meriti letterari.

Diciamo subito - attacca Panella - che io ci andrei molto cauto con questa storia di Céline antisemita. Céline in realtà ha avuto una sbandata commovente perché detestava, come quegli altri due grandi scorbutici verso l'ortodossia linguistica che erano De Sade e Jean Genet, il popolo come espressione borghese e convenzionale, il popolo che si sente protagonista delle rivoluzioni e della storia e non lo è, il popolo che alla fine è così testardamente tale. Il popolo, ecco, che è sempre la parodia di se stesso.

- Panella dice tutto questo per spiegare meglio il sinignificato di "Regolamento",

che è, e vedremo come, un regolamento di conti. Le invettive di Céline sono rivolte, non a caso, verso due popoli in particolare: quello ebreo e quello comunista. Verso quello ebreo perché è il popolo eletto, il popolo più popolo di tutti, il popolo più testardamente tale, più duramente rinchiuso nella propria identità consortile e quindi, nella visione di Céline, più parodico di tutti. E verso quello comunista perché la Rivoluzione d'Ottobre aveva suscitato in lui una grande attrattiva anche come rivoluzione estetica, nella pittura, nella danza, nel cinema; un'aspettativa che resterà duramente delusa.

- Insomma, secondo Panella il popolo comunista e quello ebreo sono i simboli forti del suo più vasto odio per il "consorzio umano".

Oggi, dice Panella, potrebbe prendersela benissimo col popolo di internet o col popolo globale.

- Alla fine, dunque, c'è questa canzone, questa "Regolamento". Il problema della traduzione, per Panella, risiedeva sopratutto in quella prima strofa: "Je te trouverais carogne".

Detta così sembrava una frase minacciosa rivolta a una donna, a un amore da cui aveva patito qualche sgarbo, qualche tradimento. Ma andando avanti lungo le cinque strofe, intervallate dal ritornello, ci si accorge che quel sostantivo femminile, 'carogne', era rivolto ad un uomo. Gli dice: ti farò fuori, a te che sei lì che marcisci, lo ricopre di insulti. Soltanto che di quest'uomo, di questa carogna cantata da Céline, si conosce il castigo, ma non la colpa. Da nessuna parte è scritto che cosa abbia combinato per meritare tanta riprovazione e tanto ribrezzo. Mi sono arrovellato, ho ripreso i testi di Céline, sinché, quasi per caso, non ho trovato la soluzione. La soluzione sta in uno degli ultimi lavori di Céline, forse il più importante di tutti: 'Guignol's band'. Questa opera in due parti ('Guignol's band I e II', la seconda conosciuta anche come 'Il ponte di Londra') si apre con Céline che dice: mi chiamerete burattino, marionetta, mi chiamerete ebreo. E più avanti si dà della carogna, si insulta violentemente, si dice 'sono qui che marcisco'. Era impressionante trovare non soltanto gli stessi toni, ma anche le stesse parole della canzone, eppure rivolte a sé.

- Sostiene Panella che con uno onesto sforzo di volontà, è facile capire Céline e andare oltre il sentito dire, e cioè oltre il Céline antisemita e filonazista.

Con questa canzone, con questa canzone bellissima, come sono bellissime le migliaia di canzoni racchiuse nella prosa di Céline, lui voleva semplicemente mandare al diavolo sé, la sua stessa sorte, la sua stessa morte. Alla fine il senso dell'opera di Céline è quella di regolare i conti con il popolo comunista e con il popolo ebreo per regolare i conti con il consorzio umano. E regolare i conti con il consorzio umano è un modo per regolarli con se stesso.

"Regolamento", incisa ieri sera in un casale fuori Roma, e pronta per la Rai, sarà seguita dalla seconda canzone, ancora da tradurre. "Sarà una sorpresa", dice Panella. E non riservata alla tv.


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