Il respiro fa incazzare [A Giove pluvio, monologhi del respiro N° 3, Marco Sicco - 21/4/2011] ...è autocritico il respiro, sa perfettamente quando sei in errore, poi arriva il pensiero, e invece di portar rispetto, che sarebbe il minimo, come un dittatore da quattro soldi facendosi passare per un parlamento o per un'entità benefica, censura, svia, rimuove, stravolge, corrompe, inganna, depista... ...vedersi come in uno specchio non è così facile, a me per esempio dice che sembro vanesio e fanfarone, che non devo avere timore di invecchiare (essendo l'unica strada per non morire giovane), pazienza, lo devo ascoltare, cercherò di correggermi, ma come? ...con il respiro ovviamente, profondo e libero, la regola è così semplice che si fa una fatica tremenda a seguirla, sembra quasi di perdere tempo, di esser tonti... poi uno va al bar e sente e dice e ridice tutti quei grazie... grazie a destra e a sinistra, rendiamo grazie dappertutto e non si direbbe, specialmente guardandole meglio, le destre e le sinistre... qui manca (qui manca) la cultura, come l'assenza di cultura, che sono l'una il rovescio della medaglia dell'altra, e insieme fanno la guerra alla bellezza del mondo... se guardi il mondo in pace col mondo non puoi esimerti dal vedere girare buesse prive di lucidità e presenza, belle imprigionate nelle scarpe da pseudo-ginnastica, (ma perché da ginnastica se non fanno ginnastica??) quanto mi fa incazzare questo respiro... zitto zitto non gli scappa niente, e hai un bel nasconderti quanto inutile...


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