Vivere per amare.


Diventare, sia pure tardivamente, per non dire inopportunamente, adulto è una faccenda con qualche pro e tanti contro. Mantenere salda la presenza in assenza di giudizio, eppure in nome di un giudizio compassionevole, non è impresa facile. Si finisce alle solite: non posso certo dire che non è ('sia' per i puristi) un'impresa saper continuare. Che poi il dilemma mica si pone: si continua sì, per scelta o per inerzia, mica ci si può appellare alla bruttura endemica del mondo circostante, o della politica degradante. Gira gira è una questione di vile denaro: se ci sono soldi a sufficienza si continua, in caso contrario si farà una certa fatica, a volte intollerabile. L'arte cosiddetta 'pura' è un'altra cosa, e si radica appunto nella solidità di un corpo (inteso come fusione corpo/mente): la cui incarnazione costituisce e realizza l'atto 'artistico' di essere se stesso, lontano dai clamori e dai riconoscimenti, spesso a vantaggio di una persona sola, quando in grado di apprezzare. Non vedo che altro ci sia da aggiungere.






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