Il mondo moderno, secondo Illich, non è affatto laico ma inserito completamente dentro la storia della chiesa come "corruptio optimi pessima", e fa parte di quel "misterium iniquitatis" con cui siamo costretti a convivere consci che "le porte dellinferno non prevarranno", ma non per questo giustificati per i nostri tradimenti. Una volta mi confidò che credeva di essere uno dei pochissimi preti di sua conoscenza, se non lunico, rimasto fedele al giuramento antimodernista, lui che pure affermava categoricamente lincoerenza del giuramento col vangelo.
Verso la metà degli anni 70, Jacques Monod, circondato da tutta la sua corte intellettuale, invitò a cena Illich che considerava il massimo genio del pensiero economico-sociale del 20° secolo. Ivan scatenò tutto il suo disprezzo fin quasi alla maleducazione e se ne andò a metà pasto. Avevano ragione tutti e due:
Illich a manifestare la sua incompatibilità contro chi credeva che luomo fosse un numero uscito a caso dalla roulette dellevoluzione;
Monod a considerare Illich il gigante del pensiero sociale moderno.
Un aspetto straordinario della sua analisi è che pur riducendo in polvere i castelli ideologici liberali, marxisti e fascisti senza usare nulla della strumentazione marxista e senza quasi nominarli, ma solo analizzandone gli effetti, Illich non elabora una dottrina, ma solo una proposta di temi dinvestigazione, perché (di nuovo senza dirlo) la pars construens a cui si riallaccia il suo pensiero esiste già da quasi mille anni nellopera di San Tommaso dAquino, perciò compatibile col vangelo che invita a non farsi chiamare maestri perché uno solo è il nostro Maestro.
Limpegno di Illich nel campo delle idee e dellamicizia, piuttosto che nellazione sociale, derivava dalla consapevolezza che lo scontro fondamentale è nel cuore umano, da cui nascono e in cui si riflettono i pensieri che guidano poi le scelte personali e politiche, e poi non si fidava della possibilità di convertire le istituzioni attuali con la politica, senza una profonda deistituzionalizzazione e rivoluzionaria umanizzazione della società. Dalle sue intuizioni sono derivate, per iniziativa di altri, parziali attuazioni istituzionali come la legge Basaglia in Italia, che ha dato buoni frutti ma i cui limiti nascono anche da una società circostante in cui è stata sistematicamente emarginata e perseguitata lautonomia comunitaria.
Illich, nonostante la sua giovanile ammirazione per La Pira, è rimasto sempre contrario a una concezione neoguelfa della politica. Forse la degenerazione della tecnostruttura sociale la considerava così avanzata da superare quella dellimpero romano nei primi secoli del cristianesimo e quindi era portato a riproporre in chiave moderna lanatema contro lo stato pagano. Se si pubblicheranno gli atti delle giornate di studio tenute a Camaldoli nel maggio 2002 emergeranno meglio le sue idee al riguardo.
I principali aspetti delle istituzioni che impongono a tutti, gli obblighi della civiltà industriale, sono stati da lui studiati con una capacità di passare, mediante la stessa ipotesi di lavoro, da un ambito allaltro di ricerca, che è stata anche uno dei più importanti insegnamenti trasmessi ai suoi studenti in unepoca dove si tende solo a insegnare la specializzazione.
E stato definito in molti modi: sociologo, economista, scienziato della politica, ideologo della tecnica, perché male si adattava alle correnti definizioni, in realtà era un uomo che riflette sulle ragioni ultime di ciò che vede intorno a sé, ma fece cancellare il termine "filosofo" dal passaporto dopo che un arabo gli si era buttato ai piedi folgorato da quella parola. Alla fine si adattò a farsi definire "storico": non tanto per il dottorato giovanile in storia allUniversità di Salisburgo su Toynbee, ma perché ogni suo lavoro è stato basato su profondissime e innovative ricerche storiche, che non hanno concesso nulla a una visione evoluzionista della storia.
Una grande influenza sulla sua riflessione e scelte personali hanno avuto Dostoyevsky e Jacques Maritain, insieme allincontro con i fondamenti della fede nellopera di Romano Guardini che fu il tema della sua tesi di teologia.
Il rapporto difficile ma sostanziale con la chiesa emerge nellincipit del suo intervento di apertura al seminario di Camaldoli:
Spero di parlare come figlio della Chiesa, non parlo come teologo, Essere teologo nella Santa Chiesa è un mandato, non è una competenza. Io non ho questo mandato. Ho studiato la mia teologia. Sono stato quel teologo nel Concilio Vaticano Secondo che ogni giorno sincontrava con i quattro cardinali presidenti. Ho rinunciato a questo incarico in mezzo a una sessione quando la Santa Chiesa non poteva decidersi di dire che produrre la bomba atomica è un peccato orribile come produrre i preservativi di gomma. Ho detto "non posso continuare qui", facendo un piccolo disegno mal fatto, non disegno bene, da un lato un pene semiflaccido con un preservativo, dallaltro un missile che parte con una bomba e sotto la scritta "EST NE CONTRA NATURA?" per far capire semplicemente la mia domanda. Ma ciò non toglie che quello che avrò da dire sulla posizione della Chiesa nella storia delloccidente, come elemento essenziale di quello che chiamiamo oggi loccidente, è detto da un figlio triste che vuol essere fedele e che vede nelle macchie della sua madre, la Chiesa, solamente una ragione per credere più fortemente, per ammirare Gesù che nella sua prescienza deve avere saputo che cosa sarà la Chiesa e nonostante questo me lha data come madre unica e senza la quale dico questo affinché non vi sia un dubbio sulla mia buona volontà di essere un uomo di fede.
La riflessione di Illich alla luce di Maritain e S. Tommaso rappresenta oggi lasse portante del discernimento per unazione sulla società moderna ispirata al Vangelo
Ivan Illich era nato a Vienna il 4 settembre 1926 da padre croato e cattolico, proprietario di terre che appartenevano da secoli alla famiglia nellisola dalmata di Brazza, e da madre ebrea sefardita. Nel 1941 con la madre e i fratelli dovette lasciare lAustria a causa delle leggi razziali e venne a Firenze.
Qui finì le scuole secondarie al liceo scientifico Leonardo Da Vinci e iniziò luniversità con studi di istologia, cristallografia, e per proprio conto psicologia e storia dellarte; qui maturò la scelta del sacerdozio.
Nel 1943 cominciò a Roma i corsi allUniversità Gregoriana, risiedendo al Collegio Capranica.
Ordinato sacerdote nel 1951 chiese di essere assegnato alla diocesi di New York e fu nominato viceparroco in una parrocchia dove stava iniziando larrivo di molti immigrati portoricani a cui si dedicò con grande passione. In questo periodo collaborò con Jacques Maritain, sostituendolo quando era impossibilitato per malattia a tenere le lezioni a Princeton su S.Tommaso dAquino. Nel 1956 si trasferì, come prorettore, allUniversità Cattolica di Portorico. Nel 1959, a 33 anni, divenne uno dei più giovani monsignori del tempo, ma nel 1960 lasciò lisola anche per la sua opposizione a un modello di chiesa locale "yankee" in una società latinoamericana che lo aveva portato allo scontro con la gerarchia cattolica del luogo e in particolare col vescovo di Ponce, James McManus, che aveva preso posizione in occasione delle elezioni locali.
Tornato a New York divenne delegato per il settore ricerche del presidente della Fordham University e nel 1961 mise in piedi, in Messico a Cuernavaca, il Centro Interculturale di Documentazione (CIDOC) per preparare i preti alle missioni in America latina, specialmente dopo un esplicito invito del papa a che almeno uno su dieci dei religiosi nordamericani si mettessero al servizio della parte sud del continente. Illich ne rimandò a casa la metà giudicandoli inadatti allimpegno missionario, perché incapaci di liberarsi dai postulati del benessere consumista e della società industriale nordamericana. Ciònonostante il Centro esercitò una grande attrazione sui giovani sacerdoti prima, e successivamente su tutta la generazione degli anni 60 e 70 diventando uno dei punti più avanzati nel mondo sullo studio della modernità e dei problemi chiave della società occidentale.
Partendo da unispirazione assolutamente non marxista ma cristiana, diventò molto efficace nel combattere la politica colonialista del modello americano/occidentale di società. In un episodio mai completamente chiarito sinsinuò nei rapporti fra Stati Uniti e Chiesa per salvare persone, fra cui dei preti, sottoposte alla tortura in regimi dittatoriali del sudamerica. Sfuggì a più di un attentato e, dopo la morte del cardinale di New York Spellmann che aveva sempre nutrito una grande fiducia nella sua devozione e impegno, nel 1968 fu chiamato a Roma davanti al SantUffizio per un processo da cui uscì prosciolto, ma a causa delle sue critiche allorganizzazione istituzionale della Chiesa sulla rivista americana dei gesuiti gli furono tolti i finanziamenti, dopo di che Illich recise ogni legame fra il CIDOC e la Chiesa.
Nel gennaio 1969 il SantUffizio vietò ai preti di seguire i corsi del CIDOC. Due mesi dopo, in una lettera aperta pubblicata dal New York Times, Illich rinunciò unilateralmente a tutti i suoi titoli, benefici e servizi ecclesiastici, smise di dire messa, conservando limpegno alla preghiera quotidiana del breviario. Non chiese mai la riduzione allo stato laico, non fu mai sospeso, ma è rimasto fino alla fine nellelenco dei sacerdoti incardinati nella diocesi di New York.
La sua diventò quindi da allora una missione "in partibus infidelium" cioè in una zona di frontiera della chiesa.
Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni 60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza: un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano limmaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società" che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dellapprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree, insieme allistituzionalizzazione dellimparare. Affermava che un adulto sarebbe in grado di apprendere i contenuti di 12 anni di scuola in uno o due anni.
Del 1973 è La Convivialità, il testo fondamentale dellecologia politica, in cui si dimostra che lorigine di ogni inquinamento industriale sta nei divieti e ostacoli alle culture solidaristiche e comunitarie di uso della natura che contengono la chiave per un percorso di liberazione.
Energia ed Equità esce lanno dopo concentrandosi sullanalisi del sistema dei trasporti e vi si dimostra come elevate quantità di energia degradino le relazioni umane con la stessa ineluttabilità con cui inquinano la natura.
Nemesi Medica, del 1976, esamina i danni alla salute prodotti dalla crescita dellorganizzazione sanitaria, uno degli aspetti della nocività dello sviluppo industriale. Il sistema medico della società moderna non è solo produttore di danni alla salute con terapie spesso menomanti, ma anche con la medicalizzazione della vita come sostituzione dei necessari provvedimenti politici per rendere lambiente salubre.
Per una storia dei bisogni è del 1978 e descrive la modernizzazione della miseria, cioè lorganizzazione dellimpotenza del cittadino ad agire autonomamente per la crescente dipendenza da merci e servizi industriali la cui necessità è imposta da una casta di esperti. Ancora del 1978 è Il diritto a una disoccupazione creativa in cui si dimostrano le ambiguità storiche su cui si fonda la moderna identificazione del lavoro col lavoro salariato. Solo distruggendo questo tabù si potranno creare le condizioni per una piena occupazione.
Lavoro Ombra, del 1981, sviluppa ancora il tema della formazione della scarsità attraverso la distruzione delle comunanze, su cui, nel loro aspetto di lavoro domestico femminile, si riposa il lavoro salariato, trasformandole appunto nella propria ombra sfruttata.
In Genere e Sesso, del 1982, la scomparsa del genere maschile e femminile e linvasione dei rapporti fra uomo e donna da parte del sesso è dimostrata come la decisiva condizione dellascesa di un modo di vivere dipendente da merci prodotte industrialmente.
Del 1984 è H2O e le acque delloblio, dove si dimostra storicamente come lacqua, da sostanza inesauribile che alimentava il corpo insieme allo spirito e allimmaginazione, è divenuta una formula inquinata di chimica industriale, dalla cui depurazione dipende la sopravvivenza umana.
Nel 1992 escono altri due libri importanti: Nello specchio del Passato, che svela le radici storiche dei luoghi comuni della modernità dimostrando la loro inconsistenza; e Conversazioni con Ivan Illich a cura di D.Cayley, in cui tutto il suo itinerario si svela con accenti nuovi.
Infine, nel 1993 esce lultimo libro Nella vigna del testo il quale sarà particolarmente ricordato anche dai medioevalisti come uno straordinario commento al Didascalicon di Ugone di S.Vittore sul passaggio dalla lettura monastica a quella scolastica.
Non si contano gli articoli, i seminari, gli incarichi in numerose università americane ed europee, i corsi e le conferenze.
Nellultima lettera mi scrive: "Il tanto lavoro per ledizione completa dei miei scritti e per il volume che raccoglie quelli degli ultimi dieci anni procede lentamente. In parte per la fatica a cui non sono abituato, ma più ancora per tre ragioni:
io stesso in relazione a molti paragrafi direi le cose altrimenti nel 2002;
concentrandomi su questo lavoro mi rendo conto con che velocità cambiano le "certezze" assiomatiche in questo decennio e...
invecchiare, nella mia generazione, credo che sia qualcosa senza precedenti: per le epoche distinte che abbiamo traversato."
Nel terzo punto si sente leco di quello straniamento dal proprio popolo, dalla propria terra e cultura che Illich ha sofferto e vissuto in modo speciale ma che rappresenta anche le sofferenze dei milioni che negli ultimi decenni sono stati colonizzati dalla civiltà dei consumi.
Non avremo la gioia della sua compagnia a Firenze questo Natale, come accadeva oramai quasi regolarmente da diversi anni, qui avrebbe voluto morire ed essere sepolto, ma le circostanze hanno deciso altrimenti.
Non è morto del cancro alla faccia che gli ha tormentato il trigemino per quasi ventanni ma in pochi secondi, probabilmente di un arresto cardiaco, con accanto le carte del lavoro che stava ultimando.