Estratti da... I monologhi di Panella,
di Amos - {Il foglio, 2005}
- 13 gennaio
* L'uomo affida al sogno quello cui più tiene,
come se intorno ci fosse pericolo,
e gli confida i sentimenti
perché il sogno li porti a destinazione;
non va di persona a innamorarsi,
ci manda il sogno;
di persona soffre,
l'uomo. *
- 20 gennaio
* Il tempo cammina come fauci di forbici
dalla masticazione numerata,
calcolata forse. *
- 8 febbraio
* Se a lei scivola una ciocca
sulla coscia accanto al viso,
per te
è come se quei capelli
ti scorressero nel sangue *
- 16 febbraio
* A che serve la musica?
A questo: a risvegliare, come un vanto in te, i tuoi segreti,
dei quali, senza musica, ti vergogneresti soffocandoli.
Anzi, nemmeno li conosceresti se non per quella musica che li precede,
e sempre si rivolge a platee sgombre,
a uno solo.
La musica è attrito tra due taciturni.
Oppure fate come vi pare, ammassatevi nel disprezzo di voi stessi,
ponete il limite dell'ottima esecuzione al godimento del vostro segreto,
ponete come limite il vostro vicino concorde,
anzi siate il vostro vicino che a sua volta pende, come un metronomo,
ora a esser voi da un lato, ora l'altro dall'altro; è tutto un tic tac.
Così è: di tra il pubblico ognuno è chi gli è vicino,
è uno e trino, anzi, con quelli davanti e dietro può arrivare a cinque.
Contenti voi, che poi uscendo discettate pure,
fiumana umana di chiacchiere,
voi che avete di che dire,
come chi non abbia veramente sentito niente. *
- 8 marzo
* Sono forse i pensieri che non penso
e che sventolano come le bandierine balneari su un lungomare:
se non ci fossero sarebbe notata la loro assenza,
quando ci sono non si nota niente,
o che sventolano inutilmente. *
- 14 aprile
* Stiamo parlando di speranza,
questa parola inutile se infinita,
ma concreta e quasi brutalmente viva
se stretta in un pugno di minuti. *
* Alle volte ci pare, ultimamente,
che con le parole non si riesca che a distanziare tutto ciò che si dice
da tutto ciò che sarebbe se fosse così come si dice.
L'asserzione sembra un incoraggiamento alla sua confutazione.
Lo scontento di non essere chi si vorrebbe essere
è pari a quello d'essere chi si è.
Resta un'angustia, anche d'aver fatto giusto. *
* ...il vincitore non è che un uomo (questo è il suo svantaggio),
lo sconfitto lo è pur sempre (è questo il suo vantaggio). *
- 26 aprile
* ...vengono a contatto i corpi elettorali con quelli degli eletti,
poi si distaccano, e poi di nuovo impattano e si scompattano ancora,
elezioni si avvicinano e poi si allontanano e poi si riavvicinano promettendo botte:
prudenze che sono assalti, assalti che sono finte di fughe,
fughe reali che sono finte di restare... * [fine, ndr]
Altri estratti, citazioni, ecc
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