Introduzione (per svagati) a Pasquale Panella ...
(...)
*...vedi non esiste mica un pubblico dei dischi,
casomai è uno solo: sei solo tu.
Ma dov'è l'uomo? Pensaci.*
Pasquale Panella se si vuole andare oltre alle banalità,
non è definibile semplicemente come un "caso letterario",
sembra proprio ...quella "spina di pesce" che De Gregori cantava
all'altro Pa(n)nella, Marco, il signor Hood.
Ti resta e ti vuole restare in gola, sullo stomaco, ...ti parla arabo,
ti (e si) vuole confondere, smemorare, distrarre, ma al contrario,
oppure al contrario del contrario, più Zen dello Zen,
più paradossale del paradosso, sfacciatamente.
Sembra ripetersi in continuazione,
così come il fiume sembrerebbe portare sempre la stessa acqua
e punto fondamentale appunto è l'acqua,
l'acqua che scorre, che ci scorre, che riga di lacrime e di piacere,
che rende fluidi e degradabili i sassi, i pensieri e tutte le convinzioni.
E' amore puro, drammatico e malinconico, travolgente e leggiadro,
purezza e leccornìa ...dove tu stupore sei, oggetto d'amore
vero,
carico di se stesso, piangente come un Pierròt dal petto
spezzato
proprio da Lei, Colombina, con la gonna troppo carica,
per approdare a 'sti resatelle, ai "nostri risi da far girare
il sole".
Che non è il "tu rire", quel ridere per ...mestiere
(il mestiere di scocciatore),
ostinato, che vorrebbe sceta' chi è avviluppato nelle bellezze,
indifferente all'attualità che pare vera.
E' entrare nel vivo, vividi e vivaci di parole
come frutta e fiori in noi che fruttano,
di sottintesi come bui scantinati, di indicazioni tra le righe come risate beffarde,
come quelle che accompagnavano L'anima pagliacciona
o Romolo vincente ...in musicalità.
E' rompere con certe consuetudini, anche d'elite,
quindi anche con le trasgressioni moderate,
perché qui al contrario si dà la schiena al mondo:
sembra impertinenza e invece è vita che si vive.
Parole tranquille, messe in pericolo dal corpo vivente in noi:
il campo immenso, insensato che ne è lo sfondo
pre-vede noi due soli, amando, sterminando l'invincibile nemico
che forse è il nemico della rossiente voluttuosità amorosa.
Molti i rivoli secondari, molti volti, molti sensi, difficile,
lo ammettiamo, cogliere quell'insieme che poi è un sentiero,
altrettanto facile è travisare il tutto
e a Panella questo non dispiace.
Ma il punto focale è quel che non si è,
il limite che ci si pone ...il senso delle proporzioni,
e pare inutile andare a cercare quel che è.
Come in un negativo sono i vuoti ad evidenziarsi,
mettendo in luce diverse sfumature e confini (e priorità).
Per quel che mi riguarda dedico queste percezioni
(poi ...prometto che non dico più altro che Ahi amor!)
a Lei, e se non è la Lei che ci si potrebbe aspettare (la ...lei che
Viene)
forse è perché lei (tiranna mia) ...non è Lei (Fosse
vero)
mentre Lei è lei (Oh! Era ora),
e se anche io credo che sia Lei (...è così vicino il Blu),
invece no,
o forse sì (è l'illusione mia che è vera).
Chiamano destino la stupidità,
siamo nella preistoria,
...eccetera eccetera eccetera
(mi colpirà ...l'amore nero?).
Amos.
{Tratto da "Noi Battistiani on line" ...
di Egidio Cerbone ...}